Parigi, estate 2011. La notizia dell’arresto di Gilles Neuhart, un impiegato di banca apparentemente innocuo e mite, per un brutale omicidio commesso ventisette anni prima, colpisce immediatamente il giornalista Marc Rappaport. Il test del dna, all’epoca dei fatti inesistente, inchioderebbe il bancario come responsabile delle sevizie e dell’uccisione di Emilie Thévenin, una prostituta di non ancora diciannove anni. Sembrerebbe un clamoroso caso di vittoria in extremis della giustizia, ma Rappaport non è convinto. Troppi i misteri irrisolti. Qual è il movente? Perché l’incensurato Neuhart si sarebbe dovuto rendere colpevole di atrocità tali su una donna con la quale non aveva mai avuto alcun legame o rapporto? Perché nessuna delle prostitute che furono interrogate nel 1984 ha detto di avere mai visto la giovane «collega»? Che fine ha fatto il registro dei clienti di Emilie? Per Marc è l’occasione per fare luce su una vicenda che tutti, comprese le forze dell’ordine, vogliono lasciarsi alle spalle il più rapidamente possibile. L’indagine lo condurrà dai roventi e svuotati boulevard di Parigi alle anonime strade di Charfeuil, il paese d’origine di Emilie, attraversando le banlieue-prigioni della più recente immigrazione di religione islamica: una pista di violenze e sospetti che lo porterà a confrontarsi con i segreti della Nutricare, il colosso aziendale che da decenni dà lavoro a tutta l’area attorno a Charfeuil. Ispirandosi al caso della Rhône-Poulenc (azienda chimico-farmaceutica, un tempo molto attiva anche in Italia), uno dei più grossi scandali accaduti oltralpe tra gli anni Ottanta e Novanta, Gila Lustiger ritrae una Francia divisa tra nazionalizzazioni aziendali mal gestite, corruzione politica e incapacità di integrare gli immigrati delle periferie cittadine. E costruisce un thriller dalla trama avvolgente e tesa, che farà scoprire al lettore quali inquietanti fiori del male possono germogliare nella più rassicurante delle province.
La colpa degli altri è molto più di un thriller: è un eccezionale romanzo sociale Frankfurter Allgemeine Zeitung
«Un sapiente equilibrio tra thriller e cronaca, con personaggi plausibili e momenti di grande tensione. [...]. Il ritratto della società francese contemporanea, in cui i legami tra il denaro e il potere, il primato dell’economia sulla politica e il crescente divario sociale mostrano il vero rapporto tra governanti ed emarginati». Süddeutsche Zeitung
«Lustiger scrive dei piccoli criminali, delle persone emarginate e più vulnerabili alla radicalizzazione e al rifiuto della libertà o, meglio, di ciò che l’Europa chiama libertà e loro, invece, “decadenza” ». Allgemeine ZeitungBook details
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480 -
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