I bastardi dovranno morire

I bastardi dovranno morire

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Wollaing è una cittadina del Nord della Francia dove, a poco a poco, hanno proliferato grappoli di casette con i tetti di tegole scure, fiancheggiate da un giardinetto o da un piccolo portico sul cortile. Tutto il resto è piatto, un deserto che si estende a perdita d’occhio e in cui le discariche la fanno da padrone. Qui il venticinque per cento degli abitanti sono disoccupati e il cinquanta per cento alcolisti; i giovani sognano di diventare calciatori o star della televisione, mentre i genitori, schiacciati dalla miseria, si vedono costretti a chiedere denaro in prestito per fare fronte alle spese. Una cosa è sicura, si ripetono amareggiati gli abitanti di Wollaing: se gli industriali, che trent’anni prima davano lavoro a tutta la città, non se la fossero data a gambe levate, non ci sarebbero tutti questi indebitamenti. Un giorno rue Jules-Guesde viene sbarrata da due Boxer con i lampeggianti accesi e messa al riparo dalla folla di curiosi tramite un cordone di sicurezza. Pauline, una giovane tossicodipendente conosciuta da tutti, è stata ritrovata morta in un campo abbandonato. Per Rémy Leroy, il padre della ragazza, i responsabili dell’omicidio non possono che essere Frédéric Wallet, detto Freddie, e il suo scagnozzo Gérard Waterlos, detto Gigi, due grandi bastardi. Freddie ha una palestra di body building tra Wollaing e Douai. È un lavoro parttime, nel resto del tempo dà la caccia ai debiti non pagati, lavorando per covi di strozzini che danno in prestito denaro liquido senza fare troppe domande. Leroy li ha visti, un pomeriggio, discutere con sua figlia: quei bastardi non si sono neppure presi la briga di nascondersi. Sono piombati in pieno giorno con la loro grossa bagnarola mentre Pauline rientrava dal lavoro e la hanno minacciata. A indagare sul caso vengono chiamati il tenente Saliha Bouazem, una giovane donna araba appena arrivata in città, e il comandante della polizia locale, Erik Buchmeyer, fumatore, bevitore, macho, disinvolto e spocchioso, ma innegabilmente abile nelle inchieste legate al traffico di droga. La faccenda, apparentemente semplice, si rivela però più complicata di quello che sembra e, ben presto, ogni indizio porterà verso un’insospettabile direzione. Accolto come il miglior thriller francese dell’anno, I bastardi dovranno morire si svela ai lettori attraverso una sorprendente spirale di suspense, finezza e intelligenza. Un noir mozzafiato che rivela il ritratto di una Francia messa in ginocchio dalla disoccupazione, dai debiti e dai traffici di droga.

«I bastardi dovranno morire è un libro sbalorditivo, che rompe le frontiere del genere e spazia dal giallo al thriller psicologico passando per il romanzo d’inchiesta». Le Figaro

«Grand assembla pezzo dopo pezzo un puzzle eccezionale. E guida i suoi personaggi in un balletto per uscire dalla miseria e dallo sconforto». Lire

«Un thriller inquietante, come piace al pubblico, forse perché rispecchia la realtà…» L’Anticapitaliste

Dettagli libro

Sull'autore

Emmanuel Grand

Emmanuel Grand (Versailles, 1966) è un informatico cresciuto a Vandea, a venti chilometri dalla costa atlantica. Il suo romanzo, I bastardi dovranno morire, ha riscosso, al suo apparire in Francia, un grandissimo successo di pubblico e critica. Oggi vive a Colombes, vicino Parigi.

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