Come funzionava la macchina della giustizia che condannava le streghe nel secolo della rivoluzione scientifica? Una giornalista fruga negli archivi, tra le carte processuali, e ripercorre, udienza dopo udienza, tre processi italiani con esiti differenti e sorprendenti.
1587 Triora, Podesteria della Repubblica di Genova.
Si apre uno dei più intricati e appassionanti processi italiani alle streghe. Trenta imputate, decine e decine di indagate, due inquisitori e una ferocia persecutoria senza precedenti. Il procedimento dura tre anni, coinvolge donne d’ogni ceto, il potere ecclesiastico e quello temporale, distrugge un’intera comunità e si conclude con un mistero: che fine hanno fatto le streghe di Triora?
1617 Ducato di Milano e Mantova.
Caterina Medici è una fantesca a servizio da pochi mesi in casa del senatore Luigi Melzi d’Eril. Questi comincia ad accusare forti disturbi di stomaco che gli illustri medici chiamati al suo capezzale non riescono a curare. Comincia così – in una girandola di dottori, esorcisti, monache di nobili natali, capitani di giustizia e cancellieri – la vicenda, avvincente come un thriller, che porterà i potenti d’Eril a incolpare Caterina di aver maleficiato il vecchio senatore, d’essere una strega. La ragazza verrà interrogata, spinta alla confessione e giudicata in una sorta di processo privato che si svolge interamente in casa d’Eril. Consegnata infine alla giustizia del Ducato, Caterina sarà torturata e condannata all’impiccagione e al rogo.
1716 Brentonico, Vicariato della Vallagarina.
Maria Bertoletti, detta la Toldina, viene accusata di stregoneria, processata nel foro penale laico e condannata al rogo. Oggi trecento anni dopo, il Comune trentino ha chiesto la riapertura del processo (richiesta accolta dalla Corte d’Appello di Trento): la sentenza, raggiunta in un unico atto di giudizio, appare iniqua anche secondo le regole allora vigenti.
1587 Triora, Podesteria della Repubblica di Genova.
Si apre uno dei più intricati e appassionanti processi italiani alle streghe. Trenta imputate, decine e decine di indagate, due inquisitori e una ferocia persecutoria senza precedenti. Il procedimento dura tre anni, coinvolge donne d’ogni ceto, il potere ecclesiastico e quello temporale, distrugge un’intera comunità e si conclude con un mistero: che fine hanno fatto le streghe di Triora?
1617 Ducato di Milano e Mantova.
Caterina Medici è una fantesca a servizio da pochi mesi in casa del senatore Luigi Melzi d’Eril. Questi comincia ad accusare forti disturbi di stomaco che gli illustri medici chiamati al suo capezzale non riescono a curare. Comincia così – in una girandola di dottori, esorcisti, monache di nobili natali, capitani di giustizia e cancellieri – la vicenda, avvincente come un thriller, che porterà i potenti d’Eril a incolpare Caterina di aver maleficiato il vecchio senatore, d’essere una strega. La ragazza verrà interrogata, spinta alla confessione e giudicata in una sorta di processo privato che si svolge interamente in casa d’Eril. Consegnata infine alla giustizia del Ducato, Caterina sarà torturata e condannata all’impiccagione e al rogo.
1716 Brentonico, Vicariato della Vallagarina.
Maria Bertoletti, detta la Toldina, viene accusata di stregoneria, processata nel foro penale laico e condannata al rogo. Oggi trecento anni dopo, il Comune trentino ha chiesto la riapertura del processo (richiesta accolta dalla Corte d’Appello di Trento): la sentenza, raggiunta in un unico atto di giudizio, appare iniqua anche secondo le regole allora vigenti.
Dettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Italiano -
Data di pubblicazione
-
Numero di pagine
240 -
Argomento
-
Collana
Sull'autore
Ilaria Simeone
Ilaria Simeone è nata a Napoli nel 1962 e vive a Milano. Giornalista professionista, ha compiuto studi di filosofia, ha scritto guide di viaggio e, con altri autori, ha pubblicato per la De Agostini Guida all’Italia misteriosa (2005).