Non ho tradito nessuno Autobiografia di un campione attraverso i suoi scritti

Non ho tradito nessuno

Autobiografia di un campione attraverso i suoi scritti

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Fausto Coppi, inarrivabile campione di ciclismo, è il personaggio più amato dello sport italiano di sempre. Gabriele Moroni, giornalista e scrittore, ha raccolto gli scritti autobiografici pubblicati negli anni dal Campionissimo su giornali, riviste, antologie e li ha allineati seguendo la cronologia della sua vita: una vita racchiusa in un breve arco temporale, intensa, gloriosa e insieme tormentata. Vittorie esaltanti, vissute sempre con riservatezza, pudore, modestia. Sconfitte che paiono disfatte, sprofondi, annichilimenti totali, salite sul calvario, ma dalle quali Coppi trova ogni volta la forza di riemergere. I grandi rivali in corsa, a cominciare dall’amico-nemico Gino Bartali, presente e costante come un’ombra, sua antitesi sportiva e umana. Gli affetti familiari. Serse, il fratello più piccolo, il compagno di allenamento e di stanza, il gregario più fedele, l’amico, il consigliere, il confidente che gli viene strappato troppo presto. I sogni mai realizzati di un uomo che, giunto al culmine del successo e della notorietà, desidererebbe per sé una dimensione semplice, l’esistenza di un “gentleman farmer”, essere solamente un anonimo “signor Fausto Coppi”. L’amore dichiarato per la bicicletta, strumento di riscatto sociale per un figlio di contadini, un ex garzone di salumeria. Veicolo di fama e agiatezza. Fortuna e insieme condanna: la fortuna di averla incontrata, la condanna senza appello di non poterla lasciare. Fino alla morte. Coppi si racconta. Si termina il libro per accorgersi di averne letto l’autobiografia, dagli anni dell’infanzia nel piccolo borgo di Castellania a quelli della maturità. O forse qualcosa di più: avere ascoltato la sua voce.

Dettagli libro

Sull'autore

Fausto Coppi

FAUSTO COPPI nasce a Castellania (Alessandria) il 15 settembre 1919, in una famiglia di umili origini. Preferendo imparare un mestiere, a tredici anni si trasferisce nella vicina Novi Ligure come garzone presso una salumeria. Facendo spesso la spola in bicicletta tra Novi e Castellania, sente crescere la sua passione per il ciclismo, passione che non abbandonerà più e che lo consacrerà alla fama. Il suo nome, con quello di Gino Bartali (leggendaria la loro rivalità), è legato al periodo migliore del ciclismo italiano e mondiale. In carriera vince cinque edizioni del Giro d’Italia e due del Tour de France. Nel suo palmarès ci sono anche due Mondiali su pista e uno su strada. Muore nel 1960, a soli quaranta anni, dopo aver contratto la malaria in Africa.

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