L'uomo dalla voce tonante Storie dell'America del Sud

L'uomo dalla voce tonante

Storie dell'America del Sud

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Uno scrittore cileno dell’Ottocento ha detto una volta che gli europei in visita nell’America del Sud parlano sempre di vulcani, selve amazzoniche, tempeste di Capo Horn, poiché non possono fare a meno di celebrarne la natura selvaggia. Anche Malatesta parla della natura del continente australe, ma i veri protagonisti di questo libro sono gli indios della Terra del Fuoco considerati da Darwin l’anello mancante tra la scimmia e l’uomo, mentre avevano un vocabolario con oltre cinquanta parole per dire “mangiare il pesce”; megalomani come Popper che, proclamatosi re e imperatore della Terra del Fuoco, batteva moneta d’oro con la sua effige; sindacalisti contadini che, come Facon Grande, lavoravano nelle grandi aziende della Patagonia e venivano passati per le armi dai militari argentini; scrittori come Francisco Coloane, grande cantore del mondo australe con i suoi personaggi: cercatori d’oro, allevatori di cavalli, briganti che danno la caccia agli indios per incassare la taglia messa sul loro capo. Malatesta è stato ovunque, con tutti i mezzi possibili e anche impossibili. Ma questo non è un libro semplicemente deambulatorio. I racconti che lo compongono cominciano sempre con un viaggio ma finiscono altrove: nella storia, nella geografia, nell’antropologia, nella letteratura. Il risultato è un corpus romanzesco estremamente compatto sotto l’apparente divisione dei capitoli. Un romanzo dell’America latina che si muove secondo una direzione sudnord, da Capo Horn fino al Messico, alternando momenti drammatici – quali i funerali di Pablo Neruda – e altri improntati alla Luxe, calme et volupté, per dirla con Matisse, come le ore trascorse in un bar all’Avana, a fumare interminabili cohiba, a bere innumerevoli daiquiri e a contemplare la mirada fuerte dei cubani nei confronti delle loro giovani donne, puntualmente accompagnata dai piropos, quei complimenti barocchi e ironici che piacciono tanto alle ragazze dell’Avana.

L’Avana, coi suoi pittori surrealisti e i suoi grandi scrittori; Buenos Aires, più europea delle città europee; la Tierra del Fuego, coi suoi ghiacciai che s’insinuano nelle foreste e, in fondo, il mare tempestoso di Cabo de Hornos dove si incontrano l’Atlantico e il Pacifico: i luoghi magici dell’America del Sud narrati da un grande scrittore di viaggio.

«Malatesta sa raccontare con fascinazione sempre divertita e maliziosa». Panorama «Stefano Malatesta scava con la mente nel tempo, e lì ritrova la generosità di pensare e di esprimersi». L’Espresso STEFANO

Dettagli libro

Sull'autore

Stefano Malatesta

Nato a Roma, dopo essersi laureato in Scienze Politiche, Stefano Malatesta ha cominciato a viaggiare molto presto e da allora non ha mai smesso. Si è dedicato al giornalismo come cronista di nera, documentarista e inviato di guerra. Tra le sue opere L’Armata Caltagirone, Il cammello battriano (2002), Il napoletano che domò gli afghani (2002), Il Grande Mare di Sabbia (2006), Quel treno per Baghdad (2013), L’uomo dalla voce tonante (2014) e Quando Roma era un paradiso (2015), La vanità della cavalleria (2017).

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