Inizia con questo volume la pubblicazione della prima edizione mondiale delle Opere Complete di Ivan Illich, un autore la cui attualità e il cui significato, al di là della sua prima, clamorosa ricezione negli anni Settanta del Novecento, forse solo oggi sono diventate pienamente visibili. La sua critica radicale della modernità e delle istituzioni dell’occidente coincide infatti con un nuovo sguardo sull’umanità dell’uomo, che non appare più come una natura biologica o un’identità culturale presupposta, ma come l’insieme delle pratiche e delle tecniche immemoriali attraverso le quali gli uomini e le donne si rendono la vita possibile, cioè come la dimensione che Illich chiama «convivialità». Si suole distinguere nella biografia di Illich il periodo in cui egli opera ancora all’interno della chiesa e quello in cui dichiarerà di rinunciare per sempre all’esercizio del ministero sacerdotale, iniziando un’attività di scrittore e conferenziere che farà di lui in pochi anni una figura conosciuta e discussa in tutto il mondo. I testi raccolti in questo primo volume, in buona parte inediti, mostrano che fra l’Illich dentro la Chiesa e quello fuori (o ai margini) della Chiesa non è possibile segnare alcuna frattura. La concettualità dell’Illich critico della modernità e archeologo della convivialità nasce come uno sviluppo radicale e coerente di categorie teologiche e filosofiche già presenti nel pensiero del sacerdote, prima di tutto quella escatologica di Regno, che non è per lui un compito da realizzare nel futuro, ma qualcosa di integralmente presente, di cui occorre testimoniare qui e ora.
Book details
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Original text
Yes -
Language
Italian -
Original language
German -
Publication date
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Page count
896 -
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Preface author
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Introduction author
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About the author
Ivan Illich
Ivan Illich (Vienna 1926 - Brema 2002), ordinato sacerdote a Roma nel 1951 e attivo nelle diocesi di New York, Ponce (Puerto Rico) e Cuernavaca (Messico), interruppe volontariamente l’esercizio pubblico del sacerdozio nel 1968, a seguito del procedimento avviato a suo carico dalla Congregazione per la dottrina della fede: in questione erano le sue attività a difesa dell’autonomia religiosa e culturale dell’America latina di fronte alle ingerenze «missionarie» statunitensi. Illich scelse allora di dedicarsi a una critica militante delle moderne ideologie e istituzioni del mondo sviluppato, e a una parallela rivendicazione dei valori «vernacolari», con libri come Descolarizzare la società, La convivialità, Nemesi medica cui negli anni Settanta arrise una notevole fortuna internazionale. Più tardi approfondì e radicalizzò la sua critica, dirigendola sull’intera parabola del processo di modernizzazione in Occidente e sulle trasformazioni antropologiche da esso indotte (Lavoro ombra, Per una storia dei bisogni, Il genere e il sesso, Nello specchio del passato), da ultimo coinvolgendovi anche senso e destino della rivelazione cristiana (La perdita dei sensi, I fiumi a nord del futuro).