Le spie di Stalin I ragazzi di Cambridge che cambiarono la storia

Le spie di Stalin

I ragazzi di Cambridge che cambiarono la storia

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Dai primi anni Trenta fino ai momenti cruciali della Guerra Fredda, un folto gruppo di giovani idealisti europei e americani – da Klaus Fuchs a Bruno Pontecorvo ai coniugi Rosenberg – lavorò sotto traccia infiltrandosi per conto dell’Unione Sovietica nei gangli più delicati del potere e della sicurezza nazionale con l’obiettivo di consegnare a Mosca i segreti dell’energia atomica. Tra essi spiccava un quintetto di blasonati studenti di Cambridge, cinque giovani appartenenti all’élite intellettuale e alla upper class inglese – Kim Philby, Donald Maclean, Guy Burgess, Anthony Blunt e John Cairncross, meglio noti come i Cinque di Cambridge – che tradirono la Corona britannica sposando l’ideologia comunista e idealizzando Iosif Stalin come l’unico leader in grado di contrastare l’avanzata dei fascismi e del nazismo. Ma il sospetto che a guidare l’epica barricadera di quella privilegiata jeunesse dorée uscita dal Trinity College di Cambridge sia stato un nonsoché di estetico, una sorta di religione personale ritagliata su misura del proprio ego e del proprio narcisismo, rimane forte: dietro al grande tradimento che questi giovani (insieme a tante altre spie britanniche, molte delle quali rimaste tuttora sconosciute) avevano assunto come compito morale c’era ben altro. Una società, quella post-vittoriana, uscita malconcia dalla Grande Guerra, in cerca di un’identità e che tentava di scrollarsi di dosso un’ipocrisia antica avviandosi verso una scintillante modernità. Una porzione della quale sembra essersi riversata nell’estasi del tradimento praticata da quei caricaturali “esteti armati”. La loro sorte, fra l’alcolismo e un torbido esilio sovietico, ha il sapore acre del finale di un dramma elisabettiano.

Book details

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    Yes
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    Italian
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About the author

Giorgio Ferrari

Giorgio Ferrari, inviato speciale e editorialista di Avvenire, è stato corrispondente diplomatico e di guerra per varie testate coprendo per un trentennio le principali vicende internazionali, dall’Iraq al Libano, all’Egitto alla Libia all’invasione dell’Ucraina, dalle elezioni presidenziali americane alla lunga stagione del terrorismo islamico. Fra le sue pubblicazioni, Cuba senza Castro (2007), Ombre Rosse (2010), I muri che ci separano (2019). Per La Vita Felice, oltre a Le Cinque Giornate di Radetzky (2008) e Gli ultimi giorni di Radetzky (2020), ha pubblicato nel 2016 La sera della prima, rievoca zione storica della nascita del Don Giovanni di Mozart e, nel 2023, L’arca russa. Il mito della «grande Asia» dall’impero degli zar alle guerre di Vladimir Putin. Presso Neri Pozza sono apparsi Uccidete il Re Buono, da Bava Beccaris a Gaetano Bresci (2021) e Il naufragio di Šostakovič. Arte e cultura sovietica negli anni del terrore staliniano (2022).

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