È nata nel villaggio di Oraibi con il sorriso sulle labbra, Tayatitaawa, Colei-che-saluta-il-Sole-ridendo. Con il sorriso sulle labbra e le gambe storte, che comunque non impediscono che lei venga accolta con gioia dalla sua tribú, gli Hopi, sull’altopiano desertico dell’Arizona: un popolo che ha dimestichezza con le stelle quanto con i sentieri e che vive in perfetta armonia con le stagioni, gli animali – considerati fratelli – e l’infinità cangiante della natura. Con essa, brulicante di spiriti guida, gli Hopi comunicano tramite il linguaggio ancestrale dei riti in cui la luce convive con il buio, la fertilità dell’estate con l’austerità dell’inverno, guerra e morte e fuoco con canto e pioggia e rinascita. La madre di Tayatitaawa appartiene al clan della Farfalla, ma suo padre a quello dell’Orso, ed è un uomo silenzioso e irrequieto, che solo talvolta abbandona la laconicità per tuonare come il cielo in burrasca. Un giorno comincia a tossire, e l’uomo di medicina dice che è per via delle sigarette di tabacco, che gli hanno infilato punte di freccia nel cuore. Poi una mattina smette, ed è morto. È la fine dell’infanzia, la prima delle prove da affrontare per imparare a vivere su questa Terra, sempre in bilico fra mondo di sopra e mondo di sotto. Dopo gli Inuit raccontati in Di pietra e d’osso, Bérengère Cournut torna a esplorare gli estremi limiti del pianeta e la vita interiore di un’antichissima gente, i nativi americani della tribú Hopi, in cui la spiritualità e il mito nutrono il quotidiano. Cournut tesse cosí un originale romanzo di formazione che ci accompagna lungo la crescita di una bambina precocemente segnata dal dolore e insieme ci mette a parte dei segreti di un popolo sempre capace di cogliere l’incanto nella vastità del tutto.
«Con questo romanzo, dallo stile policromo e poetico, l’autrice mostra il potere magico della letteratura: creare un mondo, renderlo naturale, quasi palpabile, e offrirlo, come un’agognata patria, al lettore pieno di meraviglia» ActuaLitté
«Ne Gli spiriti dell’altopiano lo stile di Cournut si fa sobrio e calmo, come se la serenità del “popolo della pace” si fosse trasmessa anche a lei, regalandole ispirazione e audacia sufficienti a realizzare due dei suoi sogni letterari: scrivere un romanzo sull’assenza ed evocare il dolore del lutto nel cuore di un bambino» Le Monde
«Un romanzo luminoso che si situa proprio al cuore della cosmogonia di un popolo dallo strettissimo legame con la natura, gli animali e i defunti. Una scrittura singolare, solare e generosa» l’Humanité "Book details
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Yes -
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Italian -
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