L'albero velenoso della fede

L'albero velenoso della fede

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È il 1960, l’anno in cui il giovane Kennedy porta via la poltrona al paterno generale di nome Ike, una scimmia vola nello spazio a bordo di un razzo americano e il mondo intero ruota attorno a un asse chiamato Congo. Lo stato dell’Africa centrale, liberato dalla dominazione coloniale belga, precipita nel Grande Gioco della guerra fredda tra le superpotenze, diventando meta di avventurieri, spie e missionari provenienti da ogni parte del globo. Nessuno stupore perciò se in quell’anno del Signore, nella foresta nei pressi di Kilanga, dove gli alberi crescono a dismisura come possenti animali, i viticci strangolano i loro simili nella lotta senza fine per la luce e i serpenti occhieggiano tra i rami, una donna e quattro ragazze bianche procedano come boccioli esangui lungo un sentiero. La donna, gli occhi chiari, l’andatura decisa, i capelli scuri raccolti in un logoro fazzoletto di pizzo, si chiama Orleanna Price, battista del Sud per matrimonio avendo sposato un predicatore, anzi uno di quei predicatori dalla furia così potente da far invidia a quella dell’inferno. Le ragazze che le marciano dietro sono le sue figlie, quattro ragazze strizzate in corpi tesi come archi verso la gloria o la dannazione: le due bionde – Ruth May, piccola e vivace e Rachel, imperiosa e bella come la Rebecca biblica, la vergine al pozzo – le due brune, identiche come gocce d’acqua, Leah che procede a passo spedito, e Adah che trascina i piedi con andatura molle. Vengono da Bethlehem, in Georgia, e hanno portato nella giungla miscele pronte per dolci e piccoli oggetti, provviste, scatole, utensili, nascosti nelle tasche o nelle fasce strette in vita, come un’armatura tintinnante. A Kilanga prima c’era una missione, con quattro famiglie americane residenti e un dottore che arrivava una volta la settimana. Il dottore e gli americani si sono però trasferiti a Léopoldville, per offrire ai propri figli un’istruzione decente. E ora non vi sono che fiori tropicali e bestie feroci. Ma per Nathan Price così è il regno di Dio, così feroce nella sua gloria assoluta e primitiva. Nulla, infatti, può distogliere il predicatore, nemmeno l’amore per la moglie e per le giovani figlie, dalla sua devozione nei confronti dell’umanità. Sullo sfondo di un grande paese africano in preda al rivolgimento postcoloniale, coi suoi lutti e le sue speranze, le sue tragedie e i suoi sogni, Barbara Kingsolver ambienta una magnificastoria sui destini di cinque donne alle prese con la cecità e l’arroganza dell’idealismo maschile.

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Sull'autore

Barbara Kingsolver

Barbara Kingsolver è nata nel 1955 nel Maryland. Durante l’infanzia ha trascorso un breve periodo in Congo, dove il padre, medico, si era trasferito per lavoro. Vive ora in Virginia insieme al marito e alle figlie. Nel 2008 ha ricevuto la laurea ad honorem in lettere dalla Duke University. Tra le sue opere recenti La collina delle farfalle (Neri Pozza 2013). L’albero velenoso della fede è considerata tra le opere più importanti della narrativa americana contemporanea. Il romanzo è apparso per la prima volta in Italia nel 2000 col titolo

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