Scrittori in armi

Scrittori in armi

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Il servizio militare è stato per lungo tempo un banco di prova, un’esperienza, un passaggio per tutte le generazioni di uomini. Per coloro che ambivano magari a combattere e consideravano la guerra igiene del mondo, ma anche per chi non aveva alcuna dimestichezza con fucili a retrocarica, mitragliatori e bombe a mano e si trovava costretto a sveglie all’alba, marce, discipline ferree, bagni comuni e camerate. Tra questi certo gli scrittori, di solito piú a loro agio nei caffè letterari e in biblioteche antiche piuttosto che in stanze fredde e turni di guardia. Giuseppe Scaraffia, scrittore raffinato e studioso di letteratura, racconta il servizio militare di molti autori che abbiamo imparato ad amare e a leggere. Attraverso una trentina di esempi, racconta il comportamento di alcuni poeti, scrittori e pensatori che hanno fatto la storia della cultura degli ultimi due secoli: Rimbaud, Nietzsche, Dostoevskij, Proust, Freud, Jarry, Morand, Rilke, Zweig, Thomas Mann, Werfel, Léau - taud, Céline, Savinio, Schnitzler, D’Annunzio, Jünger, Valéry, Fitzgerald, Hemingway, Drieu La Rochelle, Buzzati, Genet, Cioran, Waugh. Un libro sorprendente, un mosaico di ritratti segreti. Un prezioso dizionario di aneddoti e curiosità

«Per molti grandi scrittori il servizio militare è stato un’esperienza di sottomissione e di abbrutimento. Il loro individualismo doveva misurarsi quotidianamente con l’obbligo di seguire regole precise e apparentemente assurde».

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Sull'autore

Giuseppe Scaraffia

Giuseppe Scaraffia, torinese, vive a Roma, dove ha insegnato Letteratura francese presso l’Università La Sapienza di Roma. Ha scritto vari libri sui grandi miti ottocenteschi della seduzione, dalla femme fatale al dandy, su Parigi e sulla Costa Azzurra degli scrittori. Collabora al domenicale del Sole 24 ore, al Venerdí e a Tuttolibri.

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