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Non c’è forse scrittore oggi, in Germania, che più di Bernhard Schlink abbia al centro della sua narrativa l’eterno conflitto tra i sogni della ragione e del cuore e le crudeli disillusioni che il tempo e la Storia approntano inesorabilmente. La nipote, il suo ultimo romanzo, accolto da un grande successo di pubblico e di critica in Germania, è un’opera che si svolge interamente attorno a questo conflitto, e ne costituisce uno degli esiti narrativi più riusciti. Nel maggio del 1964 a Berlino Est, al convegno promosso dalla Freie Deutsche Jugend, l’organizzazione giovanile del partito al comando dell’allora DDR, Birgit e Kaspar si incontrano per la prima volta. Birgit è incaricata dalla FDJ di accogliere gli ospiti provenienti da ogni parte della Germania, Kaspar è un giovane studioso di storia dell’Ovest. Si incontrano e si innamorano, in luminose giornate di primavera in cui tutto sembra possibile. In Alexanderplatz, i giovani delle due Germanie ballano e suonano insieme, superando ogni barriera e confine. Nella Berlino odierna, quella primavera del 1964 è ormai parte delle illusioni perdute. I suoi sogni di fratellanza chimere, l’amore dissolto nel potere distruttivo delle bugie e dei segreti della vita. Dopo la morte della donna con cui ha vissuto una vita intera senza avere figli, Kaspar scopre nel suo computer che, prima di lui, Birgit aveva avuto una relazione con un funzionario del Partito dalla quale era nata una bambina, affidata poi a un’amica. Kaspar è distrutto dal dolore, ma animato anche da una nuova speranza: fare ciò che Birgit non ha mai avuto il coraggio di fare, trovare la figlia perduta. Nel Meclemburgo, in uno degli insediamenti dei Völkischen, l’estrema destra tedesca che ha rispolverato il Drangnach Osten, la spinta verso est dei nazisti, in una casa in cui su una parete campeggia il ritratto di Rudolf Heß, Kaspar si imbatte in Svenja, una donna che negli occhi, nei capelli, persino nella voce, ricorda Birgit. Accanto a lei una ragazzina dai capelli rossi, dinoccolata, sui quindici anni. La nipote? Romanzo in cui la storia tedesca, dal dopoguerra agli anni successivi alla unificazione, appare come l’impossibile impresa di ritrovare una patria comune, La nipote è una di quella opere in cui il naufragio della Storia accompagna il naufragio degli individui, perché la forza della speranza e della ragione affiori di nuovo.

«Bernhard Schlink scrive su grandi temi come l’amore, l’ossessione, il tradimento e i dilemmi morali. In breve, è un filosofo-scrittore che, attraverso una prosa lieve e personaggi complessi, medita sulla vita e su tutte le sue sfide». The New York Journal of Books

«La prosa di Schlink affascina». Booklist

Dettagli libro

Sull'autore

Bernhard Schlink

Bernhard Schlink (Bielefeld, 6 luglio 1944) è uno dei maggiori scrittori tedeschi contemporanei. Ha esercitato la professione di giudice presso la Corte Costituzionale della Renania Settentrionale-Vestfalia sino al 2006. Nel 2006 è stato ordinato professore di Filosofia del diritto presso la prestigiosa Humboldt-Universität di Berlino. Presso Neri Pozza ha pubblicato Olga (2018), Il lettore (2018), Bugie d’estate (2019), Donna sulle scale (2021), I colori dell’addio (2021). Presso beat è apparso il romanzo La giustizia di Selb, scritto con Walter Popp (2022).

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