Hotel degli insonni

Hotel degli insonni

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Tutta la narrativa di Ralf Rothmann ruota attorno alle circostanze in cui l’esistenza umana svela la sua oscura, insopprimibile finitezza. E, nella sua prosa, non si tratta di una predilezione personale, ma dell’assolvimento del compito proprio di ogni vero scrittore: mostrare la nobiltà d’animo o la crudeltà, la compassione o la violenza, l’empatia o la miseria morale che l’emergere del nulla, della fine provoca, assegnando a ogni individuo la propria parte nel teatro dell’esistenza umana. In Hotel degli insonni, raccolta di undici magistrali storie, questo procedimento giunge a uno dei suoi esiti più riusciti. Tutti i protagonisti vi compiono il proprio «passo verso il nulla», rivolgendo lo sguardo verso il cuore di tenebra della propria condizione. Nel racconto che dà il titolo al libro, Vassilij Mihailovicˇ Blochin, il boia della Lubjanka, si ritrova al cospetto di Isaak Babel’, scrittore ebreo caduto in disgrazia presso il governo sovietico dopo aver pubblicato l’Armata a cavallo, un’implacabile cronaca dell’Armata Rossa guidata da Budënnyi, il generale amico di Stalin. Prima di piantare la Walther, la sua fidata pistola tedesca, nella nuca del poeta, Blochin ingaggia un breve duello verbale con Babel’, che osa giustificarsi adducendo la responsabilità della letteratura «davanti alla vita, davanti alla verità». «La verità vera» controbatte il boia, «la verità definitiva… la pronuncia solo la pallottola». Nella scioccante drasticità di questa affermazione si mostra, in tutta la sua bestialità morale, la crudele sovranità della tirannia, il suo diritto di vita e di morte. I restanti dieci racconti sono raggruppati attorno a questo nucleo del libro come sottili variazioni sul tema. Nel primo, la rottura della corda di un violino, proprio quando i suoni fluivano limpidi, è il preludio del punto di rottura che irrompe bruscamente nella vita dei personaggi delle storie seguenti. Rothmann non si appella, narrandole, a nessuna consolazione, a nessuna solennità o atroce eleganza della fine. Come dice un impresario di pompe funebri protagonista di uno dei racconti, «Anche la morte – è solo una povera disgraziata…».

«Uno degli autori tedeschi più colti, più tradotti e più stimati del nostro tempo». Hermann Kesten

«Noi lettori siamo ricompensati: quello che altri autori ottengono con un romanzo corposo, Ralf Rothmann lo raggiunge dopo solo una ventina di pagine». Harald Asel, rbb Inforadio

«Dopo ognuna di queste storie, si avverte “un tranquillo strattone al cuore”. Solo la grande letteratura può farlo». Andreas Wirthensohn, Wiener Zeitung

«I racconti di Ralf Rothmann sono ciò che si ama chiamare – in tutta la sua urgenza e impenetrabilità – vera letteratura». Lothar Schröder, Rheinische Post

Dettagli libro

Sull'autore

Ralf Rothmann

Ralf Rothmann (1953) è scrittore, poeta, drammaturgo tedesco, vincitore del Literaturpreis Stadtschreiber von Bergen, del Literaturpreis der Konrad-Adenauer-Stiftung, del Friedrich-Hölderlin-Preis e, nel 2023, del Thomas-Mann-Preis. I suoi romanzi sono tradotti in piú di dieci lingue. Presso Neri Pozza sono apparsi Morire in primavera (2016, beat 2017), Il dio di una estate (2019) e Hotel degli insonni (2022).

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