Alfabeto d'origine

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Il desiderio di scrittura può nascere per contagio: frequentazione, lettura, intrattenimento con altre scritture che lo muovono e che diventano modello, scuola di formazione. È il modo più frequente, ma anche quello che finisce facilmente per rientrare nei generi noti: l’ispirazione letteraria e i linguaggi specialistici, disciplinari. Un altro percorso, meno visibile, è quello che parte da sommovimenti interni – pensieri, emozioni, sentimenti – che, nel tentativo di arrivare alla parola, trovano proprio nei linguaggi già dati della cultura una barriera. La scrittura di Lea Melandri appartiene decisamente a questo secondo tipo. È una scrittura legata alla conoscenza di sé, all’esplorazione di zone rimosse: passioni elementari, sogni, costruzioni immaginarie, rappresentazioni del mondo, riconoscibili in ogni spazio e tempo, innanzi tutto attraverso le figure del maschile e del femminile, che il corso della storia ha modificato, ma non tanto da cancellare i tratti della vicenda originaria che ha dato loro volti innegabilmente duraturi. Lea Melandri definisce questo modo di procedere, questo viaggio all’interno di sé, «scrittura di esperienza» che ha la spudoratezza necessaria per nominare «il mondo delle cose che non siamo stati capaci fino a questo punto di dire». Una prosa che non teme di scavare, attraverso parole, sentimenti, sogni, nell’intimità mancata nelle relazioni reali, nella memoria del corpo, sino al punto da costituire, come accade in queste pagine, un’autobiografia per interposta persona.

"Questa è per certi aspetti, la finalità di una scrittura d'esperienza: imparare la lingua ibrida del mondo interno, sfatarlo dei suoi miti, scoraggiarne il silenzio, riconoscere i tesori di cultura che nasconde, dare un nome alle cose che non siamo stati ancora capaci di nominare".

Dettagli libro

Sull'autore

Lea Melandri

Lea Melandri è nata a Fusignano (Ravenna) nel 1941, vive a Milano dal 1967. Ha insegnato in vari ordini di scuole e nei corsi per adulti. Tiene attualmente corsi presso l’Associazione per una Libera Università delle Donne di Milano, di cui è stata promotrice insieme ad altre fin dal 1987 e di cui oggi è presidente. Prende parte attiva al movimento delle donne negli anni Settanta. Di questa ricerca sulla problematica dei sessi, che continua fino ad oggi, sono testimonianza le sue numerose pubblicazioni. Nel 2012 ha ricevuto dal Comune di Milano l’Ambrogino d’oro come “teorica femminista”.

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