Svegliamoci pure, ma a un'ora decente

Svegliamoci pure, ma a un'ora decente

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Paul ORourke vive a New York in un appartamento su due livelli con vista sulla Brooklyn Promenade. Va a cena tre o quattro volte a settimana da chef che hanno parecchie stelle Michelin, infanzie trascorse nella valle del Rodano e show televisivi tutti loro. Si aggira in luoghi dove le scorte di vino, da sole, fannosembrare lImpero romano una zona depressa del Kansas. Ha uno studio di dentista che occupa metà del piano terra di un condominio dietro Park Avenue, la strada piú elegante del mondo, dove i portieri si vestono con tanto di guanti e berretto e aprono le porte ad anziane vedove con cagnolino. È capace di lavorare in cinque postazioni situate in cinque sale diverse, e di fare, cosí, soldi a palate. Tifa per i Red Sox che, nel 2004, soffiarono persino il titolo agli Yankees e vinsero le World Series. In una sola estate, per due mesi, ha anche profuso tutte le sue energie migliori nel golf. E, tuttavia, Paul ORourke ha un grave problema: tutte queste cose che racchiudono la sua vita gli appaiono soltanto parti. E le parti e qui viene la fregatura non sono tutto. Uno studio di dentista di successo non è tutto, i Red Sox, il lavoro, lo svago, gli chef, niente può essere veramente tutto, se ciascuna cosa riesce a occupare perfettamente il tempo soltanto per un certo periodo. Persino Connie, la ragazza con cui ha avuto unintensa relazione, non può essere tutto. Ipocrita come tutte le anime poetiche, Connie in America non metterebbe mai piede in una chiesa, ma in Europa si precipita subito dalla pista dellaeroporto al transetto, come se il Dio di Dante e di Bach non aspettasse che il suo arrivo da secoli. Paul ORourke avrebbe lassoluta certezza di aver sprecato la sua vita, se una serie inaspettata di eventi non mutasse radicalmente il corso della sua insignificante esistenza, destinata a trascinarsi nellabisso come un pallina da golf sullorlo della buca. Un giorno capita nel suo studio un tipo bizzarro che, dopo essersi fatto estrarre un dente rovinato da una maldestra otturazione, gli sussurra con lalito acre da anestetico: «Sono un ulm, e lo è anche lei!». Qualche tempo dopo qualcuno crea un sito web del suo studio, completo di profili di tutti i suoi collaboratori e di una sua biografia colma di citazioni tratte dallAntico Testamento. E lo «sputtanamento online» appare tuttaltro che tale. Chi parla a nome del «Dottor Paul C. ORourke, medico dentista», inviando messaggi sui blog e sulle bacheche facebook di mezzo mondo, lo fa non con idiozie inframmezzate da incomprensibili geroglifici, ma con pensieri profondi sullo stato presente e sulle cose ultime del mondo. Svegliamoci pure, ma a unora decente, splendida conferma del talento dellautore di E poi siamo arrivati alla fine, è una delle opere piú attese sulla scena letteraria internazionale, «il primo grande romanzo sul furto didentità in rete». (Yuko Shimizo, GQ)

«Svegliamoci pure, ma a unora decente è meravigliosamente scritto. È divertente, provocatorio e toccante Vi sono dei libri che catturano per la forza della visione del mondo dellautore. Questo è uno di quei libri». Stephen King «La prosa di Ferris è impertinente, stravagante e spaventosamente bella». The New Yorker

«Joshua Ferris ha saputo coinvolgere e sedurre i lettori giovani [...] e i letterati che soppesano le virgole e sanno quando è il caso di inchinarsi al cervello unito alla buona scrittura». Corriere della Sera

«Un giovane narratore che ama in egual misura la cultura classica e quella popolare, e concentra il proprio sforzo creativo sulla sincerità e lumanità dei suoi personaggi». la Repubblica

«Joshua Ferris è un vero scrittore, perché anche la sua scrittura racconta». Daria Bignardi, Vanity Fair

Dettagli libro

Sull'autore

Joshua Ferris

Joshua Ferris ha studiato letteratura inglese e filosofia alla University of Iowa e alla University of California. I suoi racconti sono apparsi su The New Yorker, Granta, Iowa Review, Best New American Voices. Il suo primo romanzo, E poi siamo arrivati alla fine (Neri Pozza 2006, BEAT 2010), tradotto in 24 lingue, è stato un bestseller internazionale e ha vinto il PEN/Hemingway Award, il Barnes and Noble Discover Award ed è stato finalista al National Book Award. Tra le sue opere Non conosco il tuo nome (Neri Pozza 2010, BEAT 2012), Svegliamoci pure, ma a un’ora decente (Neri Pozza 2014, BEAT 2015) e Invito a cena (Neri Pozza 2017, BEAT 2019).

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