Verità sepolte

Verità sepolte

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Carl Iverson reca in faccia tutti i segni della vecchiaia, ha la pelle ingiallita dall’ittero e un collo così fine da poter essere afferrato con una mano sola. Tuttavia, al di là dell’età e di una grave malattia, non ha altro in comune con gli ospiti della casa di riposo di Hillview Manor, a Minneapolis. Carl Iverson, infatti, è un mostro, accusato di aver stuprato, ucciso e dato alle fiamme la quattordicenne Crystal Marie Hagen il 29 ottobre 1980. Quando giunge al suo cospetto per intervistarlo, e redigere una breve biografia per il suo corso di inglese all’università, lo studente Joe Talbert scorge un uomo che non ha nulla del pazzo sadico e assassino. Iverson non ha gli occhi freddi e penetranti e l’aspetto spaventoso e disumano del killer, è soltanto un vecchio eroso dal cancro. Secondo il personale della casa di cura non arriverà a Natale, anche perché preferisce avere la testa lucida e non assumere morfina. Joe sarebbe certamente mosso a pietà se, come molti a Hillview Manor, non pensasse alla ragazza che il mostro ha ucciso, a tutto quello che la vittima si è persa: ragazzi, amore, matrimonio, dei bambini. E se non avesse ben chiaro lo scopo per cui si aggira in quell’ospizio: mollare quel ridicolo lavoro di buttafuori in pub di terza categoria; riuscire a laurearsi, e avere finalmente soldi a sufficienza per occuparsi di sua madre – una donna con terribili sbalzi di umore, che cerca di lenire la sua sofferenza interiore con massicce dosi di vodka – e di Jeremy, il fratellino autistico che trascorre pomeriggi interi a guardare i Pirati dei Caraibi. Quel vecchio dai capelli bianchi, lunghi e radi, dagli zigomi sporgenti e dalle fulminee e ciniche osservazioni sulla vita e sugli esseri umani è comunque fermamente intenzionato a spiazzarlo. Quando gli dice che gli fornirà una dichiarazione in articulo mortis – la confessione di un uomo in fin di vita – e gli racconterà tutto di sé, a partire dal Vietnam dove ha imparato a uccidere, fino a quel giorno del 1980, il ragazzo sa che se non lascerà immediatamente quell’ospizio, per tornare a occuparsi della madre e del fratellino, il suo compito di inglese si trasformerà nell’indagine più pericolosa della sua vita. Con un ritmo vertiginoso e «un finale perfetto sotto ogni punto di vista» (Booklist), «il debutto magistrale di Allen Eskens» (Publishers Weekly) è un romanzo sconvolgente che la critica ha collocato tra Mystic River di Dennis Lehane e Il buio oltre la siepe di Harper Lee. La storia di un ragazzo che scopre la chiave d’accesso alle verità sepolte dietro i silenzi della vita quotidiana.

«Sullo sfondo di un inverno brutale nel Minnesota, Verità sepolte è molto più di un romanzo di suspense. È una storia che tocca il cuore. I personaggi sono reali come i miei vicini di casa, la trama avvincente e la scrittura eccellente». Suspense Magazine

«Eskens cattura il lettore e non abbandona più la presa». Library Journal

«Niente è più pericoloso che difendere un vecchio condannato per un crimine orribile». Kirkus Review

Dettagli libro

Sull'autore

Allen Eskens

Allen Eskens è stato avvocato difensore per vent’anni. Ha affinato le sue abilità di scrittura creativa nella Minnesota State University, nel Iowa Writing Festival e nel Loft Literary Center di Minneapolis. È membro dell’associazione Twin Cities Sisters in Crime. Con Neri Pozza ha pubblicato Verità sepolte (2015, BEAT 2016), Al posto di un altro (2016), Il cielo può cadere (2018).

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