Un bravo ragazzo

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È un pomeriggio d'inverno in una via centrale del quartiere di Fuencarral a Madrid quando Rubén Polo incontra casualmente Blanca, amica dei tempi dell'università. Dieci anni sono passati dall'ultima volta che Polo e Blanca si sono visti, da quella notte in cui un episodio di incredibile violenza e brutalità ha improvvisamente sciolto la rock band di cui entrambi facevano parte assieme agli inseparabili Nacho e Chino e ha messo fine a tutto, alla giovinezza, alla spensieratezza, alla musica.

Quella che inizia come una normale, magari un po' imbarazzata, conversazione tra vecchi amici - Blanca e Chino ora sono una coppia, e Nacho... beh, Polo lo ha incontrato qualche mese prima ed è chiaro che non sta granché bene - si trasforma per Polo nella certezza che quell'episodio vive ancora dentro di lui, che niente può resistere a dieci anni di oblio, che non ci si può sbarazzare del passato come fosse una cicca. Il passato: gli anni Novanta e la miglior band di Malasaña, un gruppo di ragazzi uniti dall'ansia di vivere e dalla musica, i cinque dischi da portarsi su un'isola deserta, da Maxinquaye a Nevermind.

Ma il passato ha anche il suono sinistro di un farmaco, il roipnol, la droga dello stupro. E le attraenti fattezze di Blanca, che tutti chiamavano Chicana, corpo tonico, elastico, i capelli nerissimi e la pelle scura, quasi rossiccia. E di Gabi, la bellissima e biondissima Gabi dagli occhi chiari, che a quei tempi usciva con un idiota fascista ma che ora, dopo essersi ritrovati, ama e vive con Polo in un palazzo borghese con vista su plaza de Olavide.

Da tempo ormai Polo non riesce piú a fare l'amore con Gabi senza essere assalito da un'enorme infelicità, non riesce piú a toccarla senza scoppiare a piangere, senza provare la sensazione di precipitare, paralizzato dalla paura di perderla. Lo psicologo a cui prova ad aggrapparsi dice che si tratta di sintomi, tra i molti possibili, ma Polo sa che prima o poi qualcuno farà domande, e quel passato, quella parola sinistra, quella notte riemergeranno. E con essi riemergerà un'inquietante verità mai confessata, che muterà ancora una volta la vita dei protagonisti.

Javier Gutiérrez ha scritto una storia cruda e di rara intensità che procede come un meccanismo perfetto, trascinando il lettore nelle profondità dell'animo umano. Una storia narrata attraverso l'incanto di una scrittura lucida e infallibile in cui il desiderio e l'eccesso scivolano inesorabilmente nelle oscure regioni del male.

Dettagli libro

Sull'autore

Javier Gutiérrez

Javier Gutiérrez (Madrid 1974), laureato in Economia presso l'Universidad Complutense de Madrid, ha lavorato come economista e pubblicitario. Ora scrive a tempo pieno. È autore di Lección de vuelo (premio Ópera Prima de Nuevos Narradores 2004) e di Esto no es una pipa (premio Salvador García Aguilar 2009). È anche il vincitore del premio di narrativa breve José Saramago 2008 e finalista del premio Tiflos de relatos 2010, a cui ha partecipato con lo pseudonimo di Rubik, in omaggio al famoso creatore del cubo.

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