Maria Callas

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Maria Callas: da Ingeborg Bachmann a Roland Barthes, da Marguerite Duras a Hervé Guibert, scrittori e filosofi ne hanno celebrato il canto come la piú alta espressione della voce umana. La sua incredibile estensione vocale, la sua voce, come ha scritto Maurice Fleuret, «orientale e popolare, metallica, ricca di contrasti e roca», cosí lontana dalla scuola italiana di una Tebaldi, la sua postura vocale opposta alla tradizione, il suo inimitabile temperamento drammatico ne hanno eretto il monumento e costruito un mito che perdura sino ai nostri giorni. Oggetto di una mole incredibile di commenti, articoli, libri, spettacoli teatrali, balletti, la sua esistenza è stata spesso travisata da racconti infedeli, caratterizzati da un’ambigua mescolanza di stereotipi – sulla «sventura», sul «genio» e sul «destino» – e di curiosità morbose. Di straordinaria intelligenza musicale, Maria Callas non è stata, infatti, altrettanto saggia nella vita – secondo Marina Cicogna, la coproduttrice di Medea, il film di Pasolini che la vide protagonista, aveva sacrificato la sua carriera magica alla speranza del Grande Amore – ed è forse questo il motivo per cui tanti biografi, nel tentativo di trovare la chiave del suo mito, hanno fatto ricorso agli elementi propri di un melodramma.

Animato da antica passione per Maria Callas, riaccesa dal suo interesse per Pasolini e dai rapporti di amicizia con i suoi ammiratori e ammiratrici, René de Ceccatty narra in queste pagine della vita della grande cantante lirica alla ricerca di ciò che l’ha resa unica e inimitabile a tal punto da non aver esercitato alcuna influenza visibile o udibile su altri artisti. Colei il cui nome basta da solo a simboleggiare l’opera lirica del XX secolo, colei che ha rivoluzionato il bel canto, andando oltre i manierismi gratuiti e inespressivi della tradizione, rimane un fenomeno unico, una stella che brilla da sola nel firmamento musicale del Novecento.

«“Callas” si conferma un nome magico, un riferimento inevitabile quando si parla della voce umana. Ha cancellato il mito di Malibran, alla quale ha comunque reso omaggio visitandone la tomba e i cui ritratti adornavano le pareti del suo appartamento di Parigi. E ci sono scarse probabilità che in futuro qualche altra cantante possa mai sostituirla in questo ruolo simbolico».

«René de Ceccatty è un fine intenditore della cultura e della letteratura italiana del Novecento». L’Indice dei Libri del Mese

Hanno detto di Elsa Morante. Una vita per la letteratura:

«Un libro potente, ricco ed efficace». minima&moralia

«Riccamente documentata, appassionante, quest’indagine non si limita a risuscitare il genio di una donna e di un’epoca: dà gran voglia di rituffarsi nell’opera». Le Monde

«De Ceccatty muove sí dalla volontà di celebrare il valore letterario dell’opera della scrittrice ma anche di toccare da vicino il monumento e smettere di guardarlo con timore reverenziale». Il Fatto Quotidiano

Dettagli libro

Sull'autore

René de Ceccatty

René de Ceccatty è nato a Tunisi nel 1952. Vive a Parigi. Romanziere, saggista, critico letterario, editore, lavora per la casa editrice Seuil come consulente letterario e direttore editoriale. Ha pubblicato una trentina di romanzi, saggi e biografie. Ha tradotto molti autori italiani (Petrarca, Dante, Leopardi, Saba, Moravia, Pasolini, tra gli altri). Ha scritto le biografie di Pier Paolo Pasolini, di Sibilla Aleramo, di Alberto Moravia, di Elsa Morante. Otto dei suoi libri sono stati tradotti in italiano, fra cui: La stella rubino (Costa e Nolan), Sibilla Aleramo (Mondadori, Inschibboleth), La parola amore (Archinto), Alberto Moravia (Bompiani), Amicizia e passione (Archinto), L’accompagnamento (Inschibboleth) ed Elsa Morante. Una vita per la letteratura (Neri Pozza) con cui ha vinto il Premio Elsa Morante e il Premio De Sanctis.

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