Conversazioni e ricordi

Conversazioni e ricordi

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Che cos’è una «vita filosofica»? Nel caso di un filosofo come Wittgenstein, che in uno dei testi qui tradotti per la prima volta, dichiara di «volere essere perfetto», questa domanda acquista un’urgenza particolare. Il libro raccoglie alcune delle più importanti testimonianze di prima mano sull’uomo Wittgenstein: le conversazioni con Drury, i ricordi della sorella Hermine, dell’amica Fania Pascal, del critico letterario Leavis e dell’allievo John King. Non soltanto ascoltiamo, attraverso le attente trascrizioni di Drury, Wittgenstein che parla di Dostoevskij e Freud, di san Paolo e Lenin, di Brahms e Sant’Agostino, ma penetriamo di colpo nella sua intimità, come nel celebre episodio della «confessione» a Fania Pascal, in cui Wittgenstein confessa di aver tenuto nascoste le sue origini ebraiche e di aver picchiato una bambina, negando poi di averlo fatto. Mai come in queste pagine uno stile di pensiero si consegna integralmente in un gesto, in una battuta, in un’ossessione.

«Più che un neopositivista... Wittgenstein appare quasi un evangelico esteta. Tanto che il suo pensiero, amato dagli artisti, è ormai quasi ignorato dal positivismo anglosassone». Pierluigi Panza, Corriere della Sera

«Il ritratto è quello di un pensatore severo, sensibile, immune dalle banalità, che viveva in perenne agitazione e difendeva la propria vita privata fino al parossismo». la Repubblica

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Sull'autore

Ludwig Wittgenstein

Ludwig Wittgenstein nacque a Vienna il 26 aprile 1889, ottavo e ultimo figlio di un industriale di origini ebraiche. Tra fratelli pianisti e amici compositori (Johannes Brahms è un assiduo frequentatore di casa Wittgenstein e Ravel scriverà il concerto per pianoforte in Re maggiore per sola mano sinistra per il fratello Paul, invalido della prima guerra mondiale), il giovane Ludwig si interessa di scienza, in un primo tempo esclusivamente applicata. Dopo aver studiato ingegneria a Berlino e aeronautica a Manchester (1908), nel 1911 incontra Gottlob Frege, che lo inizia allo studio della logica e dei fondamenti della matematica. Allo scoppio della prima guerra mondiale, si arruola nell’esercito austriaco ed è catturato dagli italiani e internato nel campo di Cassino, dove completa il Tractatus logico-philosophicus, la sua opera più importante e l’unica pubblicata in vita. Oltre che il più importante filosofo del novecento, insieme a Heidegger, Wittgenstein è stato anche progettista di aquiloni per meteorologia nel 1908 e di motori a reazione e propellenti fino al 1911; eremita in un fiordo norvegese (per meditare sulla logica) nel 1913; mecenate di artisti austriaci poveri (tra cui Trakl e Rilke) nel 1914; combattente volontario, nella prima guerra mondiale; erede di una enorme fortuna, a cui rinunciò nel 1919; giardiniere in un monastero, maestro elementare. Morì a Cambridge il 29 aprile 1951.

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