Questa è l’incredibile storia vera della prigione più inespugnabile della Germania nazista. Un castello, quello di Colditz in Sassonia, che nel corso dei secoli era stato fortezza medievale, residenza di caccia, sanatorio, sede di gruppi paramilitari, e che infine, durante la Seconda guerra mondiale, fu per quattro anni campo di prigionia per ufficiali alleati ad alto rischio di fuga. Così all’interno di quelle mura – a strapiombo su un fossato oltre il quale comunque non c’era la libertà, ma chilometri e chilometri di terra tedesca – si creò una specie di “università dell’escapismo”, un microcosmo di persone con un unico obiettivo: l’evasione. Ciò, tuttavia, non si tradusse mai in vera e propria unità: ciascun gruppo nazionale, nei pochi anni in cui Colditz fu il campo di massima sicurezza Oflag IV-C, tentò la fuga decine di volte, sovrapponendo gallerie a gallerie, tentativi a tentativi, al punto che si rese addirittura necessaria l’istituzione di un «comitato internazionale per l’evasione», il solo a essere informato di ogni singolo piano, di cui gli spettava specifica autorizzazione. Dei numerosissimi tentativi attuati, in realtà, solo pochi andarono a buon fine, e tutti all’insegna di una certa assurdità: ci fu chi si nascose tra la folla di ritorno da una partita di calcio, chi viaggiò otto giorni in sella a una bicicletta rubata, chi scappò cucito all’interno di un materasso pieno di paglia marcescente. Con Prigionieri del castello, Ben Macintyre ci conduce dietro le quinte di un’intrigante storia del Novecento per offrirci il ritratto di un gruppo di uomini eroici ma fallibili, che pur prigionieri replicavano gli schemi classisti e gli antagonismi della società pre-bellica; il libro definitivo sul mito di Colditz.
«Un capolavoro. Avvincente in modo assurdo, e allo stesso tempo pieno di informazioni, esilarante e commovente». Geoff Dyer
«Leggere Prigionieri del castello è come guardare una fotografia in bianco e nero colorarsi e prendere vita». The SpectatorBook details
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Italian -
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