Impacciata, indigente, spaesata, un’immigrata appena sbarcata dalla nave, con dei cardigan acrilici e dei pantaloni sformati: cosí Winnie Fang comparve al cospetto di Ava nel dormitorio della Stanford, una delle piú prestigiose università californiane. E ora, vent’anni dopo, eccola: pelle bianchissima, occhi sapientemente truccati, camicetta di seta, Louboutin di vernice nera ai piedi e, al braccio, un’enorme Birkin 40 nel classico colore arancione, una borsa da dieci-dodicimila dollari. Nella caffetteria del quartiere di San Francisco in cui si incontrano, Ava Wong si sente improvvisamente banale accanto a quella giovane donna elegante, sbirciata dai clienti abituali con la stessa curiosità con cui si guardano le influencer famose. Spendere uno sproposito per laurearsi a Stanford, lavorare in uno studio legale di alto livello, abbandonarlo per unirsi a un uomo sempre in giro per il mondo, essere intrappolata in una casa con un bambino indemoniato e realizzare che la propria esistenza è servita solo a garantire il successo e l’indipendenza del marito: questi sono i pensieri che si affollano nella mente di Ava mentre ascolta Winnie Fang, la sua ex compagna di stanza al college con un destino opposto al suo. Winnie, che scompare da Stanford, ritorna in Cina, ricompare misteriosamente in America e, con l’aiuto di Boss Mak, proprietario di una delle piú apprezzate fabbriche di produzione di borse di tutto il Guangdong, abbraccia la sua fiorente attività: lo smercio di borse di marca false, perfette riproduzioni di oggetti di culto griffati. Winnie, che ha bisogno ora di una partner con passaporto americano, una partner possibilmente insospettabile. Winnie, che ha bisogno di… Ava. Ritratto avvincente di una cinoamericana disillusa dalla realizzazione dei suoi rispettabili sogni e di una cinese incurante del fatto che il mondo guardi gli asiatici dall’alto in basso, dato che «bastano un paio di generazioni perché i nuovi ricchi diventino vecchi ricchi», Superfake è un magistrale romanzo sulla contraffazione delle forme di vita e dei beni celebrati nella nostra epoca, contraffazione svelata da due giovani donne moderne decise ad avere di piú dalla loro esistenza.
«Superfake non è solo una lettura avvincente: sotto tutto quel luccichio cela un’astuta decostruzione del sogno americano e del mito delle minoranze modello. E se il sogno stesso è una falsa promessa, perché non raggiungerlo tramite la falsificazione?» The New York Times
«Entusiasmante. Una lettura davvero edificante, che pone molte domande sul nostro presente storico, su ciò che desideriamo e sul perché lo desideriamo». Roxane Gay
«Il racconto, stupefacente e brillante, di che cosa conti davvero in un mondo ossessionato dall’immagine. Gli strumenti narrativi di Chen sono magistrali, cosí come lo sono i suoi complessi, e travolgenti, personaggi». The Washington PostBook details
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