Kiwako è un’attraente ragazza quando, alla fine degli anni Ottanta, viene assegnata dalla K, una grande industria di abbigliamento intimo, alle Pubbliche relazioni col compito di illustrare sul bollettino mensile dell’azienda i profili dei nuovi impiegati. Incaricata di descrivere Akiyama Takehiro, un impiegato di Nagano appena approdato alla sede centrale di Tokyo, Kiwako commette un errore grossolano. Pubblica, a corredo dell’articolo, una fotografia che non ritrae il nuovo arrivato, ma l’impiegato oggetto del pezzo successivo. Quando va a scusarsi con Takehiro, questi risponde scherzosamente: «Invitami a cena e sarai perdonata». La cena si svolge, e si rivela fatidica. I due cedono senza ritegno alla passione e si legano in un rapporto che non risparmia a Kiwako umiliazioni e ferite. Takehiro, infatti, è sposato con Etsuko, un’impiegata part-time presso la K di Nagano, e non esita a ricorrere a menzogne, sotterfugi e false promesse, innanzi tutto quella di abbandonare la moglie, pur di tenere legata a sé Kiwako. Dopo aver subito un aborto dalle conseguenze irreparabili e aver assistito, sgomenta, alla nascita della bambina di Takehiro ed Etsuko, Kiwako compie qualcosa di inimmaginabile, un crimine per il quale finisce ricercata dall’intero commissariato di polizia di Hino, a Tokyo. Penetra in casa di Takehiro ed Etsuko e rapisce Erina, la loro figlia di sei mesi. Con la bambina in braccio, una neonata che sorride dolcemente, Kiwako riesce a far perdere le proprie tracce e a raggiungere una comune tra le montagne chiamata la «Casa degli angeli», i cui abitanti – tutte donne – vivono nutrendosi dei frutti della terra e condividendo ogni bene. Romanzo che ha trionfato in Giappone, e da cui è stato tratto un celebre film, La cicala dell’ottavo giorno è un’opera che, con i mezzi propri della letteratura – un uso magistrale della prima persona, differenti registri di scrittura, impeccabili personaggi secondari che arricchiscono la storia – parla di solitudine e di dilemmi esistenziali, di scelte coraggiose e di imperdonabili infamie. Acclamato ovunque nei paesi in cui è stato pubblicato, il libro ha svelato sulla scena letteraria internazionale il talento di una scrittrice capace di narrare in maniera universale dei capricci del destino e dell’amore materno, della viltà e della grandezza morale, della meschinità e, insieme, della generosità dell’amore.
«Eccezionale e ricco di suspense… Un romanzo teso che non si vede l’ora di finire». Yomiuri Shimbun
«Un capolavoro che svela tutte le sofferenze e i piaceri della vita». Nihon Keizai Shimbun
«Un’opera che ci farà riflettere sulla maternità». Sunday MainichiDettagli libro
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Editore
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Testo originale
Sì -
Lingua
Italiano -
Lingua originale
Giapponese -
Data di pubblicazione
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Numero di pagine
344 -
Traduttore
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Argomento
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Collana